Giuseppe Mazzini: "Le delusioni inaridirono l'anima loro"

Quante generose promesse non vidi io, negli ultimi diciotto anni, tradite davanti al soffio della sventura! E quante volte m'è toccato ripetere, con profonda amarezza, contemplando giovani nati buoni e fatti rovina vivente d'ogni virtù, le parole di Shakspeare: "oh qual nobile anima giace qui spenta!". S'erano levati, fervidi di giovinezza e d'orgoglio, scotendo sdegnosamente i ceppi imposti al loro intelletto, alla loro coscienza, alla loro facoltà, irati, sfidando gli ostacoli e giurando che non accetterebbero pace né tregua nella guerra contro gli oppressori della patria e de' loro fratelli. Ma privi d'una ferma credenza nel dovere di consecrarsi tutti e per sempre alla causa della nazione — senza concetto religioso della vita umana — sospinti più da spirito di riazione e dall'istinto dei loro diritti violati che non da una ispirazione sociale — essi mal potevano attenere quel fiero proposito. E li vidi infiacchiti, affranti da due o tre anni di prova. La persecuzione e l'esilio, che pur dovrebbero esser nuova consacrazione all'alta missione, rapirono per essi i bei colori alla bandiera ch'essi avevano poco innanzi salutata con entusiasmo. Le delusioni inaridirono l'anima loro; e ad ogni tentativo fallito per colpa altrui, ad ogni diserzione di compagno nella battaglia, io li udiva mormorare tra sé: perché soffrire per esseri così corrotti? Non combattevamo noi dunque appunto a tentar di mutarli? A poco a poco, senz'avvedersene, cominciarono a subire l'influenza dell'atmosfera che li circondava; poi a numerare, a palpare le proprie ferite; poi a intravvedere un errore di calcolo nel sagrificio della carriera, delle gioie della vita, della vita stessa, sorgente d'ogni diritto, per l'incerta conquista di pochi diritti contesi. Lo scetticismo s'attorse intorno ad essi e li strinse fra le sue spire di serpe; soggiogati che li ebbe, si trasformò, rivelandosi, in egoismo. Così, tristissima fra tutte le cose, io li vidi morire lentamente della morte dell'anima. Soli i pochi, che crociandosi per patire e combattere avevano detto da lungo un addio alla vita, ai conforti, ai sogni, alle azzurre speranze dell' individuo, rimasero eretti, infelici anch'essi ma rassegnati e potenti al bene, solcati, non abbattuti, dal fulmine.